La Traccia
“Politica si faceva nel ‘ 45, nel ‘ 48 e ancora negli anni Cinquanta e sin verso la fine degli anni Sessanta. Grandi dibattiti, grandi scontri di idee, certo, scontri di interessi corposi, ma illuminati da prospettive chiare, anche se diverse, e dal proposito di assicurare il bene comune. Che passione c’era allora, quanto entusiasmo, quante rabbie sacrosante! Soprattutto c’era lo sforzo di capire la realtà del paese e di interpretarla. E tra avversari ci si stimava. De Gasperi stimava Togliatti e Nenni e, al di là delle asprezze polemiche, ne era ricambiato“. Perché queste parole di Enrico Berlinguer ci suonano così poco attuali? Abbiamo perso la capacità di rispettare idee in antitesi con le nostre? Le nostre opinioni ci identificano a tal punto da non riuscire più a stimare chi vota o pensa diversamente?
Il rispetto dell’altro quando non la pensa come noi è questione che riguarda altre sfere della vita sociale e dei rapporti interpersonali, non solo quella della politica.
L’atteggiamento rispettoso delle opinioni diverse, la non delegittimazione dell’interlocutore, non comporta minore determinazione nel difendere le proprie convinzioni.
Carlo Giacobbe, in una lettera a suo zio, interrogandosi sulla questione, scriveva “Da piccolo non riuscivo a capire come mai tu, che volevi tanto bene alle persone, non fossi comunista. Comprendimi, è naturale che fino ad una certa età si cerchi di associare, vedere insieme, tutto quello che “è bene”. è importante capire per tempo che non è vero, senza eccessivi drammi. Mi hai aiutato di più non essendo comunista di quanto se lo fossi stato; sei stato l’esempio vicino che il molto positivo può non identificarsi con quello che ciascuno di noi pensa.“
Ti trovi d’accordo con queste riflessioni? Ti sei mai trovato ad affrontare situazioni simili con amici, conoscenti o familiari?
Perché ogni diversità di pensiero e di sentire viene tramutata e trasmessa con slogan da tifoserie calcistiche e passando attraverso la denigrazione e ridicolizzazione dell’altro?